Smart City: uno sguardo alle città del futuro

Indice

smartcity1

Il tema della smart city non è di certo nuovo ai giorni nostri, da diversi anni infatti si sta cercando di modellare il concetto di spazio urbano in un’ottica sempre più incentrata su punti chiave come la sostenibilità e la digitalizzazione. Riformare le grandi città in termini di vivibilità, predisporre le tecnologie più innovative al servizio delle persone, investire su sistemi di mobilità sostenibile al fine di ridurre l’inquinamento urbano aumentandone le qualità dei servizi di trasporto offerti, sono solo alcuni tra i focus che le amministrazioni tra le città più importanti al mondo si sono prefissate di raggiungere. 

Evoluzione del concetto di città

Il concetto, che oggi conosciamo, di città non è sempre stato lineare nel tempo, anzi, ha accompagnato l’uomo nelle varie fasi ed epoche della sua esistenza; si è passati dalle città-stato alle città medioevali, dall’epoca industriale all’età contemporanea. Ben 10 mila anni di storia hanno assistito al sorgere, al cadere, all’espansione delle città e all’evoluzione della concezione legata a queste. Se prima le priorità erano inerenti alla disponibilità di manodopera o alla vicinanza del mercato di sbocco, oggi, con l’avvento della città contemporanea, ciò e mutato. Nelle moderne “cities”, si sviluppano e crescono le attività terziarie,  dove si hanno tutti i vantaggi legati ai servizi, alle infrastrutture e ad una maggiore disponibilità di lavoratori e clienti. 

Perché nascono le smart city e come si inseriscono nel contesto della città contemporanea?

Le città intelligenti mirano ad ottimizzare la gestione delle risorse a disposizione, a  traghettare l’urbe in processi sempre più digitali ed interconnessi, a ridisegnare gli spazi in stato di abbandono e di degrado, diventando economicamente sostenibili ed energeticamente autosufficienti.

Si tratta dunque di un’area territoriale che riesce a stare al passo con le innovazioni, capace di essere attrattiva, attenta al discorso ambientale ed al concetto di vivibilità, inteso come miglioramento generale della qualità della vita.

Le città sono destinate ad affrontare un nuovo periodo di cambiamento e sviluppo, in virtù anche del fatto che il tema ambientale è ormai entrato a far parte delle nostre vite in toto: ci vestiamo con indumenti fabbricati grazie a materiali riciclati, guidiamo macchine elettriche o ibride, tentiamo di ridurre i quantitativi di plastica che usiamo ogni giorno, facciamo la raccolta differenziata.

Tutti sforzi che però non dovranno essere ottemperati solo da una parte del pianeta, ma la cui prospettiva dovrà essere condivisa, riconosciuta ed adottata da quanti più Paesi possibili. Ed è così dunque che nasce l’idea di trasformare completamente le città in aree più confortevoli, meno stressanti ed inquinate: per dirlo con una parola, intelligenti. 

Per rendere il nostro discorso più concreto, proveremo a dare una vision circa alcuni tra i processi che porteranno alla trasformazione delle città; essenziali saranno gli spazi verdi ed i parchi, si andrà incontro ad una mobilità pubblica interamente sostenibile, a servizi di sharing, le abitazioni private saranno funzionali e domotizzate, si avrà un piano di raccolta rifiuti e di smaltimento sostenibile,  ed infine una corretta gestione della risorsa idrica (ad es.) ed una conseguente riduzione degli sprechi  di questa al minimo.

Progetti senza ombra di dubbio ambiziosi, che però hanno dovuto subire una flessione in seguito all’attuale pandemia da Covid-19, che ha introdotto e posto “nuove” variabili come lo smart-working, inducendo gli esperti a dover rivedere alcuni dei piani iniziali di sviluppo. Le domande a cui oggi bisogna far fronte sono: cambieranno i luoghi di lavoro? Che impatto avrà il lavoro da casa? Gli uffici manterranno una loro funzione centrale o verranno riadattati? Questi sono solo alcuni tra i quesiti cui si dovrà far fronte. 

L’esempio di Londra, la città più smart al mondo

Ad oggi, secondo la Top 50 Smart City Governments, classifica delle prime 50 smart city elaborata dall’Eden Strategy Institute, società di consulenza specializzata nello studio delle città del futuro, Londra risulta essere la prima città intelligente del mondo.

Il processo che l’ha portata a diventare tale, è iniziato nel 2016 grazie al neo-sindaco Sadiq Khan, il quale pose come obiettivo da raggiungere entro il 2021, quello di investire sulle nuove tecnologie e  sulle infrastrutture sostenibili al fine di avviare il processo di trasformazione in s.c.. 

Per accelerare la trasformazione di Londra in città intelligente, il  sindaco Khan ha istituito lo Smart London Board, un laboratorio di idee aperto a esperti provenienti da aree differenti, incaricato di elaborare progetti innovativo in grado di rivoluzionare la capitale entro il 2020.

Tra i piani più interessanti che si annoverano, vi sono senza ombra di dubbio; 

  •  Il London Datastore, un imponente archivio di dati sul traffico, l’economia, la popolazione ed altri aspetti della realtà londinese.
  • lo sviluppo di una pista ciclabile galleggiante sul Tamigi.
  • il raggiungimento di emissioni 0 entro il 2050.

E non sono solo gli esperti a contribuire allo sviluppo della capitale, infatti la trasformazione in s.c., passa anche democraticamente per il singolo cittadino, il quale può contribuire al cambiamento della propria città, rendendo il processo più inclusivo, grazie all’istituzione dell’Innovation Officer, uno sportello di coordinamento per le iniziative cittadine in materia.

Il successo di tale trasformazione però, bisogna ricondurlo sostanzialmente al sostegno sia legislativo che finanziario dei governi e non. Basti pensare che il 37% delle prime 50 smart city al mondo ha un accesso privilegiato ai fondi nazionali e federali, e che il 23% delle prime 50 smart city viene sostenuto da organizzazioni private, le quali agiscono indipendentemente o in partnership con i governi nazionali.

Essere smart city

In sintesi, per diventare una smart city gli investimenti da soli non bastano. Compito e ruolo fondamentale, è svolto anche dal capitale umano, dal loro talento e immaginazione.

Il processo di transizione a città intelligente infatti implica la riconfigurazione e il ridisegno di ogni spazio urbano, aiuto che si può ottenere anche grazie alla capacità creativa  dei cittadini, ma il cui apporto è sostanzialmente dettato da un’elevata competenza ed estro dei team interfunzionali. 

Non è un caso infatti che molte delle più moderne smart city mondiali, promuovano la competizione e prevedano l’istituzione di incentivi economici per le società e le start-up più innovative in termini di progetti di sviluppo cittadino.

 

Valerio Maria Paolozzi

II Magistrale Scienze Economiche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *