Pandemia & Musica:

la crescita del settore nel periodo Covid

Jacopo Piacentini

Associato Area Commerciale

TURIN, ITALY - 2020/03/13: A man plays guitar from the balcony of his home in the neighborhood San Salvario during a flash mob launched throughout Italy to bring people together. The Italian government imposed unprecedented restrictions to halt the spread of COVID-19 coronavirus outbreak, among other measures people movements are allowed only for work, for buying essential goods and for health reasons. (Photo by Nicolò Campo/LightRocket via Getty Images)

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Lo streaming surclassa CD e vinili

Nel 2021, abbiamo potuto assistere all’imposizione della musica italiana a livello europeo e mondiale: i Maneskïn hanno vinto la 56esima edizione dell’Eurovision Song Contest, il festival che vede gareggiare i migliori cantanti europei, vincitori dei vari festival nazionali. Questo, oltre che a stimolare il senso di orgoglio nazionale da parte dei compatrioti, ha aumentato anche la voglia di ascoltare ed approfondire la conoscenza della musica italiana da parte dei paesi stranieri.

Il fenomeno ha aumentato lo spessore di un evento che si sta verificando in Italia e in tutto il mondo da due anni: l’irrefrenabilità del mercato musicale.

In questi due anni di pandemia, uno dei settori più colpiti è stato quello artistico: milioni di persone senza lavoro, migliaia di artisti senza ispirazione. Eppure, le varie tinteggiature delle zone ed i vari lockdown non hanno fermato il mercato musicale. Tutto questo è stato possibile grazie all’utilizzo dei servizi di streaming, che ha accompagnato milioni di persone durante le loro monotone giornate passate in casa durante il lockdown. 

Durante il lockdown, i ricavi dell’industria musicale erano composti per l’86% dal digitale, e di questo segmento , l’82% era composto dallo streaming. Nel 2019 il totale dello streaming ammontava al 66%, il 16% in meno rispetto al periodo lockdown. Nel primo semestre del 2020, il mercato discografico ha generato 88 milioni di euro, crescendo del 2,1% rispetto al 2019. 

Il 2020 in generale ha dato modo di crescere al mercato globale della musica del 7,4%, segnando così il sesto anno di crescita in questa frazione del mondo artistico. Ovviamente, viste le restrizioni e i nuovi modi di vivere, la vendita dei vari formati fisici è calata drasticamente, al contrario lo streaming, non solo ha compensato queste perdite, ma le ha anche superate, raggiungendo l’81% dei ricavi dell’industria musicale italiana.

A fine anno, il mercato musicale ha generato oltre 256 milioni di euro, e considerando questi primi mesi del 2021, ha mostrato una crescita dei ricavi a livello mondiale pari a 21,6 miliardi di dollari.

L’analisi del mercato musicale avviene ogni semestre, perciò dati più certi saranno esibiti alla fine del mese di Giugno. 

Il CEO della FIMI, Enzo Mazza, ha affermato che con l’avvento della pandemia, si è conclusa la lunga transizione digitale del mercato musicale italiano, poiché tutti i consumatori di tutte le età hanno abbracciato ciò che offre l’online; in più, sottolinea anche l’importanza degli investimenti avvenuti durante questo difficile periodo, fondamentali per la crescita totale del settore.

Lo sviluppo del digitale nel mercato musicale sembra ormai essere giunto all’apice, e questo porterà a dei cambiamenti nella percezione della musica, sia per chi l’ascolta e sia per chi la produce. Ormai è consuetudine per molti artisti, italiani e non, la pubblicazione di contenuto solo ed esclusivamente online. C’è da dire però, che i CD ei vinili (i secondi hanno visto un aumento delle vendite del 2,50% nel 2020) non cessano di esistere ma rimangono un punto di riferimento negli acquisti degli amanti della musica. 

Come disse Fontana, insieme agli studenti della Escuela de Arte Altamira, nel “Manifiesto Blanco”, “l’arte è eterna, ma non può essere immortale”.

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