Industria 4.0

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industria 4.0 Are you ready for tomorrow?

Lindustria 4.0 è da alcuni anni al centro della trasformazione economica in Italia e nel mondo.  A febbraio 2021 il presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso la necessità di “estendere e rendere facilmente fruibile il piano nazionale della Transizione 4.0 per accompagnare le imprese nel processo di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale”.  

Ma cos’è esattamente l’Industria 4.0?

Differentemente dal concetto tradizionale di gestione d’impresa che prevedeva un rapporto biunivoco tra macchina e uomo, la nuova concezione 4.0 prevede una interconnessione tra i vari device. Questa continua connessione permette il controllo in tempo reale su tutta la filiera produttiva e di operare modifiche sulle tecnologie coinvolte aumentando efficacia ed efficienza e una precisione sempre maggiore

L’interconnessione permette lo scambio di informazioni con i sistemi interni, tra cui ricordiamo il sistema gestionale, di progettazione e sviluppo del prodotto e con i sistemi esterni. Lo scambio di informazione verso l’esterno interessa i rapporti con la clientela, i fornitori e i partner al fine di progettare congiuntamente nuovi prodotti innovativi e creare rapporti stabili di collaborazione.

Piano Nazionale Transizione 4.0:

conviene investire in una transizione 4.0?

Con il Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 è la base su cui si fonda il Recovery Fund italiano. L’investimento è di circa 24 miliardi al fine di potenziare tutte le aliquote di detrazione ridurre i tempi di fruizione.

Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 si pone due obiettivi fondamentali: stimolare gli investimenti privati e dare stabilità e certezze alle imprese con misure orientate a giugno 2023, prevedendo inoltre l’estensione del credito d’imposta per le spese sostenute per formare dipendenti e gli stessi imprenditori contenuto nel “Credito d’imposta formazione 4.0”

In associazione ad altre 2 misure quali il “Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali” che permette alle aziende di che investono in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati di ottenere un credito d’imposta pari al 40% fino a 2,5 milioni e del 20% per la quota eccedente fino a un tetto di 10 milioni. In associazione a tale agevolazione se l’azienda investe in beni immateriali sempre strumentali al processo di transizione può richiedere un ulteriore credito d’imposta pari al 15% fin a 700.000 euro.

Come la precedente misura contenuta nel piano transizione 4.0 Il “Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design” si pone come obiettivo il sostegno alle realtà che intendono digitalizzarsi in favore di una maggiore efficienza e sostenibilità ambientale. Nel dettaglio si può accedere ad un credito d’imposta pari al 12% fino a 3 milioni per attività di ricerca e sviluppo sperimentale e del 6% fino a 1,5 milioni, per attività di innovazione tecnologica che aumenta al 10% in caso di attività di innovazione tecnologica finalizzate alla transizione ecologica e digitale.

Fonte (www.mise.gov.it)

Quali sono le soft skill richieste ai nuovi professionisti?

Il cambiamento del modello d’impresa ha comportato una forte turbolenza nel mercato del lavoro, che cambia e richiede nuove figure altamente specializzate.

Per incentivare la formazione delle nuove professioni lo stato italiano ha previsto fondi per le imprese, che intendono avviare corsi di aggiornamento per i loro attuali dipendenti, mentre per i giovani universitari le opportunità per acquisire tali competenze stanno emergendo solo negli ultimi anni con una diffusione con tassi molto positivi. 

Le competenze richieste dal mercato 4.0 del lavoro si denominano soft skill, e consistono nell’abilità del soggetto di risolvere problematiche in tempi rapidi tramite il problem solving’’, affiancato ad una serie di competenze trasversali in più settori di applicazione, grazie e attraverso una maggiore conoscenza si può aumentare la precisione delle decisioni strategiche

In merito alle soft skill richieste nelle nuove professioni si è espressa la fondazioneWorld Economic Forum, che ha stilato una lista contenente le 10 competenze più importanti in questo nuovo mercato tra cui la flessibilità cognitiva, negoziazione, service orientation, capacità di giudizio e di prendere decisioni, intelligenza emotiva, capacità di coordinarsi con gli altri, gestione delle persone, creatività, pensiero critico, complex problem solving.

In questo contesto si inserisce il Network delle Junior Enterprise che permette a giovani studenti universitari di mettere in pratica quanto studiato nel percorso universitario e come noi, anzi con noi possono ambire ad acquisire nuove skill per creare la base delle figure professionali del futuro e fornire servizi diversificati alle PMI, start-up.

La mia esperienza come Fondatore e tesoriere di JENIC mi ha cambiato nel profondo e in meglio, ogni giorno metto in pratica nuovi strumenti per migliorare sia dal punto di vista personale e professionale insieme a quella che ora posso definire una famiglia.

L’Associazione oltre ad essere un ambiente di lavoro sano e di collaborazione permette di mettersi in gioco nel mercato del lavoro, scontrarsi con i primi fallimenti e festeggiare insieme dei primi successi

Matteo Benevento

II Magistrale Scienze Economiche

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