ESG:

Environmental Social Governance

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Alessandro Armillas

Associato Area Commerciale

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Indice

I criteri di valutazione

Gli ESG (Environmental Social Governance) sono criteri di valutazione utilizzati in finanza per analizzare un investimento, sia sotto l’aspetto economico che per gli aspetti ambientali e di governance. 

Da qualche anno quasi tutti gli operatori economici prestano maggiore attenzione nel rispetto di questi criteri, i quali, dopo l’accordo di Parigi del 2015 siglato dagli stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite, hanno suscitato un interesse via via sempre maggiore tra gli operatori economici (imprese e famiglie) di tutto il mondo. 

Questo interesse per un mondo ad emissioni 0, o ridotte quantomeno il più possibile, è sorto grazie ad un documento dell’ONU, siglato nel 2012, in cui si fa riferimento a degli obiettivi strettamente collegati all’ambiente e alla relativa salvaguardia della flora e fauna all’interno di esso

SDGs (Sustainable Development Goals)

Gli SDGs sono degli obiettivi di sostenibilità dell’ONU da perseguire entro il 2030, vengono presi in considerazione dagli Environmental Social Governance proprio per la loro proiezione futura non troppo distante e sostenibile. 

I fattori ESG nella finanza attuale rappresentano dei caratteri distintivi di qualità di un’azienda poiché, secondo uno studio di Credit Suisse, gli emittenti che presentano elevati standard ambientali, sociali e di governance tendono ad essere più predisposti ad avere un profilo di rischio/rendimento migliore rispetto a quello garantito dagli investimenti tradizionali, basati esclusivamente sulle performance finanziarie di un’azienda. Le aziende attente all’ambiente tendono ad avere una proiezione di rendimento migliore nel lungo termine rispetto a chi non persegue tali obiettivi. 

Gli Environmental Social Governance sono il grande tema dell’economia e della finanza internazionale attuale, poiché grazie a questi criteri di valutazione è possibile stilare un ranking delle aziende impegnate nella green economy che, potenzialmente, risultano più adatte ai consumi futuri della popolazione. Di fatto stiamo assistendo ad un rinnovamento del modello economico che attualmente conosciamo, basato sul consumismo sbagliato che porta ad un utilizzo senza limiti e senza un’occhio di riguardo verso l’ambiente. 

Il modello economico su cui si basano i criteri ESG è essenzialmente quello teorizzato all’economista dell’università di Oxford Kate Raworth nel suo documento pubblicato nel 2012 chiamato Oxfam, in cui si fa riferimento alla Doughnut Economy

Questo nuovo modello economico si basa su uno schema a forma di ciambella (da qui il nome doughnut) in cui nel suo cerchio più interno vi sono racchiusi i “social foundation”, ossia i bisogni primari di cui ogni individuo necessita. Bisogni come: acqua, cibo, salute, equità sociale, uguaglianza di genere, giustizia e pace nel mondo, energia e casa. Questi sono i bisogni primari da soddisfare e da tenere sempre presente e da realizzare costantemente in questo modello economico, tenendo conto del “soffitto ecologico”, ossia il cerchio esteriore del diagramma che rappresenta la ciambella in sé. In questo secondo cerchio troviamo tutte le tematiche attuali di cui si occupano le aziende presenti nei ranking ESG (e di cui fanno anche riferimento i SDGs), questioni come il cambiamento climatico, perdita della biodiversità, inquinamento chimico, acidificazione dell’oceano, livello dello strato di ozono, inquinamento dell’aria, conversione della terra, ritiro dei mari.

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