Big Data: siamo davvero “spiati”?

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BIGDATA

Intenet of things

Smartwatch e assistenti vocali, smartphone e smart TV, e-commerce e servizi online. Ormai viviamo immersi nell’”Internet of things”, in un sistema fortemente interconnesso attraverso dispositivi che comunicano tra loro dati necessari al loro funzionamento permettendoci di poter usufruire di notevoli vantaggi.

Questo costante fluire di dati personali ha aperto più volte il dibattito sui temi riguardanti la privacy e il ritardo dello sviluppo tecnologico italiano: pensiamo a quanti in Italia riescono a maneggiare in maniera serena le operazioni di home banking, senza il timore che qualcuno manometta le operazioni e svuoti il conto? Quanti preferiscono impiegare ore d’attesa in fila in un ufficio per non richiedere il certificato online? Quanti ancora stentano ad attivare l’Identità Digitale (che a breve sarà comunque obbligatoria per tutti)?

Ci sono sempre timore e percezione che la tecnologia inizi a “leggerci nel pensiero”, a conoscerci così bene fino al punto di sostituirsi a noi. Ma la soluzione a queste paure è necessariamente il veto all’utilizzo di tecnologie avanzate che richiedono la registrazione dei nostri dati?

Il GDPR

Le normative nazionali ed internazionali cercano costantemente, in questo oceano di informazioni digitali strettamente personali, di rispondere alla necessità individuale di tutela della privacy. Purtroppo, i dati in circolazione sono molti e, soprattutto a fronte di grandi quantità di dati anonimi ma aggregati, spesso le attuali normative non riescono ad impedire che con le tecnologie di data mining non si risalga a dati personali dell’utente.
Se questo può spaventare, però, pensiamo anche a quanto possano tornare utili questi flussi di informazione alle forze di polizia (avete presente quei film americani in cui si riescono a rintracciare l’indiziato principale o la persona scomparsa grazie al semplice pagamento con carta di credito?), agli organi Statali che devono pianificare manovre economiche o sociali o agli enti di ricerca per sviluppare prodotti utili alla salvaguardia della salute.

State tranquilli, però: le informazioni personali (strettamente personali) oltre ad essere comunque non diffondibili direttamente, sono vincolate anche a livelli di crittografia e sicurezza molto elevati, a prova di hacker soprattutto sulle piattaforme che si occupano di trasferimento di denaro.

Per quanto riguarda i social, vale sempre il vecchio adagio “Quello che non si fa, non si sa”: l’unico modo per cautelarsi è quello di decidere quali informazioni fornire o, meglio ancora, non fornire.

Big Data e Panieri

L’utilizzo più diffuso dei Big Data e degli algoritmi di previsione, per quanto riguarda la nostra piccola sfera personale, ha a che vedere con l’anticipazione dei nostri bisogni. Vi siete mai stupiti nel vedere che nella Home di un social vi compaiono pagine sponsorizzate legate ai vostri interessi o che i banner del sito su cui navigate vi promuovano un articolo a cui stavate pensando qualche giorno prima senza che lo abbiate nominato o cercato? Questa è solo la prova che noi esseri umani siamo tutti uguali, e non che la tecnologia ci spii: nel commercio si stanno sviluppando questi “algoritmi comportamentali” che in base a ricerche affini o alla frequenza di ricerche riesce a prevedere le nostre necessità ed i nostri interessi futuri. Se quindi avete l’abitudine di correre al mattino, in base alle vostre prestazioni lo smartband informerà il server che prima o poi avrete bisogno di articoli sportivi per la corsa. Anni fa in America, studiando correlazioni per algoritmi comportamentali per gli acquisti nei negozi fisici, si scoprì ad esempio che nel weekend crescevano di pari passo gli acquisti di pannolini e birre, soprattutto se l’acquisto era effettuato da uomini tra i 25 ed i 35 anni, permettendo alle catene interessate di promuovere offerte su entrambi i prodotti nei periodi strategicamente più validi e riferendosi al target più interessato alla promozione.

Quindi, niente paura! Sicuramente nel prossimo futuro, quando tutti saremo sulla cresta dell’onda digitale, verranno aggiornate e riviste le leggi sulla privacy per limitare il flusso di dati. Intanto, però, cogliamo l’occasione per scoprire quanto è vasto il mondo dei Big Data e quanti utilissimi vantaggi ne possiamo ricavare!

Carmela Credendino

Master in Data Analyst

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